In base alle ricerche effettuate su Freelanceboard.it e marketplace simili, il costo medio di un commercialista si aggira tra i 400 e i 700 euro. Tali cifre si riferiscono ad un servizio comprensivo di apertura della partita IVA e gestione contabile del primo anno di esercizio. La variabilità delle spese è legata a diversi fattori, che descriveremo nel corso del presente approfondimento.
In cosa consiste il lavoro del commercialista?
Nonostante tantissime persone (soprattutto gli imprenditori in erba) siano convinte dell’infallibilità dei commercialisti, la realtà è che anche loro possono cadere in errore. E i motivi sono tanti, primi tra tutti l’assenza di una regola aurea, di un iter perfetto ed infallibile cui tutti i commercialisti possono fare riferimento. È sbagliato pensare, infatti, che quello del commercialista sia un lavoro basato su una scienza esatta; si tratta, invece, di un’attività legata a moltissime variabili, che il singolo professionista deve conoscere e imparare ad interpretare nella maniera corretta. Quello del commercialista non è un lavoro basato sulla matematica e sui calcoli “che bisogna fare”, ma è un’attività molto più ampia e complessa di quanto si possa immaginare. Qualche esempio? È quasi impossibile trovare due commercialisti che rispondono allo stesso modo alla medesima domanda! E il perché è semplice; il commercialista applica la legge, tuttavia ogni legge è soggetta a numerose interpretazioni, in quanto la singola norma è applicabile ad un’infinità di fattispecie differenti, spesse volte anche non previste (è il caso del settore tecnologico, ancora non completamente regolamentato). Ma qual è la parcella media di un commercialista e come fare per trovarne uno cui affidare la propria contabilità? Scopriamolo insieme.
Il metodo più rapido per conoscere i costi di un commercialista
Per farsi un’idea del costo del lavoro di un commercialista, la scelta migliore è chiedere direttamente al professionista stesso. Ogni servizio è diverso dall’altro e tale variabilità è in grado di incidere in maniera decisiva sul lavoro che il commercialista esegue per ciascun cliente. Meglio ancora chiedere un preventivo a più commercialisti, in modo da farsi un’idea realistica dei prezzi e delle opportunità disponibili. Sì, perché come tutti gli altri professionisti, anche il commercialista possiede il suo approccio alla materia e le sue specializzazioni. Di conseguenza, ciascun professionista offre servizi differenti, con caratteristiche qualitative diverse. Grazie a Freelanceboard e agli altri marketplace è possibile trovare commercialisti online e confrontare offerte diverse in un lasso di tempo ridotto. Questi portali, infatti, garantiscono a tutti i loro utenti la possibilità di entrare in contatto con una nutrita comunità di professionisti italiani e stranieri, che annovera, tra gli altri, commercialisti, ragionieri, ingegneri, architetti, esperti del settore digitale e così via.
Come comprendere il costo del commercialista
Ad alcune persone i costi di un commercialista potrebbero apparire oscuri. Ma quali sono i motivi per cui, in alcuni casi, le spese risultano così elevate? Non resta che analizzare la struttura dei costi. Come per qualsiasi altra realtà manageriale, esiste un limite minimo al di sotto del quale il risparmio può tradursi in una lista più o meno lunga di svantaggi (bassa qualità del servizio, poca attenzione alle proprie richieste, tempi lunghi, etc). Ne consegue un inevitabile aumento delle preoccupazioni. I professionisti che operano in Italia, in virtù di una struttura burocratico legale estremamente solida e di un’istruzione scolastica di alto livello, garantiscono servizi qualitativamente elevati. Sarebbe un peccato, quindi, cedere alle lusinghe di un risparmio facile. Passando all’analisi del costo di un commercialista, è necessario sottolineare come questo si basi su tre fattori principali: la struttura e la natura fiscale, i metodi di lavoro utilizzati dal professionista e la mole di scritture. Cerchiamo di capire in cosa consistono.
1. Struttura fiscale e natura dell’attività
Il lavoro di un commercialista varia a seconda delle necessità e della posizione del contribuente. Cosa vuol dire? Che la natura e la complessità (oltre alla quantità) delle operazioni che il commercialista deve eseguire per il cliente cambiano in base all’attività svolta da quest’ultimo. E quanto detto vale sia per i costi fissi che per quelli variabili. Ad esempio, la gestione di una Srl è più complessa, sia in termini di consulenza che di adempimenti, rispetto ai servizi da svolgere per un freelance che opera in regime forfettario. Anche la natura stessa dell’attività fa la differenza: l’impostazione contabile di una startup attiva in un settore non ancora regolamentato è certamente più complessa di quella per un negozio di piccole dimensioni. Infine, per quanto riguarda i costi fissi, è ovvio che tenere la contabilità ordinaria di una Srl risulti più oneroso che mantenere la contabilità di un libero professionista che non è obbligato a tenere alcun bilancio.
2. La quantità di scritture
Questa è una variabile molto più facile da comprendere rispetto alle altre. Il lavoro di un commercialista obbligato a registrare 5000 fatture all’anno, di certo non è paragonabile a quello effettuato da un professionista che deve registrarne soltanto 50. Si tratta, pertanto, di un fattore rilevante e, al contempo, facilmente quantificabile, che il commercialista indicherà in maniera trasparente al momento di fornire il preventivo.
3. Il metodo di lavoro utilizzato
Si tratta di una variabile assurta solo di recente tra le più importanti, poiché legata all’uso delle moderne tecnologie informatiche e più in particolare del cloud, che ha permesso a tantissimi professionisti, inclusi i commercialisti, di ottimizzare i processi rendendoli più rapidi. Ad esempio, esistono sistemi che consentono al cliente di eseguire una parte del lavoro direttamente in sede, lasciando al commercialista soltanto le scritture più complesse. Ciò permette al professionista di occuparsi di più clienti per volta, in quanto il tempo effettivo da dedicare ad ognuno di loro si riduce drasticamente, influendo anche sui costi. Pertanto, per risparmiare qualcosa è possibile affidarsi a commercialisti preparati, che di norma utilizzano gli strumenti appena descritti: ciò potrebbe tornare utile soprattutto nel caso di attività che producono parecchie scritture.
Tariffario
- Dichiarazione dei redditi: 230-475 euro per fatturato annuo fino a 75.000 euro; 420-640 euro per fatturato annuo compreso tra 75.000 e 150.000 euro (tali prezzi valgono per le persone fisiche titolari di partita IVA)
- Dichiarazione IVA: 150-300 euro per fatturati fino a 75.000 euro; 190-370 euro per fatturati compresi tra 75.000 e 150.000 euro
- Bilancio: l’onorario medio è compreso tra 280 e 560 euro
- Intrastat: tariffa oraria media pari a 50-80 euro
- Pratiche di inizio attività: 100-300 euro
- Tenuta registro beni ammortizzabili: 80-100 euro
- Tariffe consulenza: 50-100 euro
Conclusioni
Quello del commercialista è un lavoro complesso, che necessita della massima attenzione e di alcune competenze fondamentali. Ecco perché scegliere con attenzione è la cosa migliore. Tra le virtù inalienabili di un buon commercialista figurano la pazienza e l’attenzione, oltre alla volontà di aggiornare costantemente le proprie conoscenze in fatto di leggi e nuove tecnologie. Quando si valuta un preventivo non bisogna basarsi soltanto sui costi, ma anche sulla qualità della comunicazione, sulla reattività, sulle eventuali specializzazioni e sulla capacità del professionista di comprendere tutti i quesiti che gli vengono posti. In ogni caso, la comunità di freelance presente su Freelanceboard è a disposizione per qualsiasi genere di informazione, contatto, servizio: se sei interessato a conoscere le tariffe consulenza applicate dai vari professionisti iscritti alla piattaforma, richiedi immediatamente un preventivo. Otterrai tutte le informazioni che ti occorrono in men che non si dica!